sabato 17 marzo 2012

errori comuni in studenti lusofoni (brasiliani)



Morfologia verbale

La morfologia verbale è un altro ambito di difficoltà nel quale l'interferenza è davvero massiccia forse anche perché la morfologia verbale portoghese è altrettanto difficile ed è quindi naturale appoggiarsi a conoscenze acquisite, in qualche modo simili.

Tra gli errori più comuni la sovra-estensione delle terminazioni della terza persona singolare sulla prima singolare, soprattutto all'imperfetto
(“IO *AVEVA”),
e lo scambio degli ausiliari nei tempi composti
(“*SONO MANGIATO” [ho mangiato]
e il comunissimo “*HO ANDATO” ).

Molto frequente, soprattutto nelle prime fasi, lo scambio tra il verbo “avere” ed “esserci” (“COSA *HA IN QUESTA CITTÀ?” )
complice il verbo haver portoghese che ha lo stesso significato.

venerdì 16 marzo 2012

errori comuni in studenti lusofoni (brasiliani)

Concordanza morfologica

Altro errore comune è il mancato accordo tra aggettivo e nome e l'errore contrario della concordanza tra avverbio, aggettivo e nome.
Avremo quindi, per esempio: “*LA FIORE BELLA
(in portoghese flor - fiore - è di genere femminile)
e
UNA ROSA *MOLTA BELLA”.

La concordanza errata, anche in portoghese, dell'avverbio e dell'aggettivo è comune pure tra studenti universitari che producono enunciati quali: “estou *meia cansada” che corrisponderebbe a: “SONO *MEZZA STANCA” (= "sono un po' stanca".

Anche se gli aggettivi possessivi sono simili a quelli italiani (in portoghese sono “pronomi possessivi” con funzione aggettivale), vi è un errore comunissimo, anche a livelli alti di conoscenza, che consiste nel sostituire “loro” con “suo/a” come nell'uso portoghese.

martedì 13 marzo 2012

errori comuni in studenti lusofoni (brasiliani)

Pronomi

L'uso dei pronomi (in particolare dei pronomi oggetto e combinati) è un altro capitolo importante nell'ambito degli errori comuni commessi da studenti brasiliani.

Oltre alla difficoltà oggettiva, deve essere superato un atteggiamento culturale e psicologico che tende a non considerare importanti gli errori nell'uso (o meglio nel non uso) dei pronomi.

In Brasile, nel linguaggio colloquiale (osannato come quello vero in contrapposizione al linguaggio scritto o colto considerato artificiale), l'uso dei pronomi oggetto atoni è praticamente nullo ed è difficile far accettare agli studenti che, al contrario, in italiano, tale uso è fondamentale, esattamente nel linguaggio parlato.

A ciò va aggiunta, come aggravante, l'inesistenza, nel portoghese brasiliano, dei pronomi doppi, del “ne” in tutte le sue valenze e della particella “ci”.

Vi è, inoltre, sempre nel linguaggio colloquiale brasiliano, l'uso “libero” e "inconsapevole" dei pronomi riflessivi e indiretti che coincidono, in parte, con i pronomi tonici.

In realtà, i pronomi atoni sono conosciuti, soprattutto tra gli studenti universitari, ma essendo molto marcati diafasicamente e diastraticamente vengono evitati e quindi dimenticati.

Oltretutto, la grammatica del portoghese brasiliano indica poche regole per l'uso dei pronomi atoni e, per esempio, una di queste (la negazione não che “attira” il pronome atono) causa un errore comune: “*HA DETTO DI NON LO FARE” e, in compenso, permette l'assimilazione rapida di “NON LO SO”.

lunedì 12 marzo 2012

errori preposizioni studenti lusofoni (brasiliani) - 2

L'uso incorretto delle preposizioni è particolarmente forte nelle reggenze verbali
(“*VADO Ø FARE” da vou fazer) nelle quali il calco dal portoghese è quasi generalizzato e purtroppo sottovalutato dagli studenti che li considerano “errori senza importanza”.

Se infatti un errore nell'uso delle preposizioni può interrompere la comunicazione perché modifica il senso della frase
(“È STATO FATTO *PER MARIA” da feito por Maria invece di “è stato fatto da Maria”),
dire “*VADO Ø FARE” invece di “vado a fare” è comunque comprensibile e, nell'ambito dell'enfasi alla comunicazione 'libera' (politicamente corretta attualmente in Brasile), viene considerato, appunto, un errore senza importanza.

domenica 11 marzo 2012

errori preposizioni in studenti lusofoni (brasiliani)

Preposizioni

L'uso errato e l'omissione delle preposizioni è molto comune non solo per l'interferenza della lingua madre portoghese, ma anche per la difficoltà degli studenti nell'identificarle come tali.

Risulta difficile, per lo studente, assimilare che “il libro è sul tavolo
e non na mesa (e quindi “*NEL TAVOLO” )
o, peggio ancora, “sull'aereo”.

Del resto, uno degli errori più comuni di ortografia, in portoghese, è l'uso del segno indicativo di crasi sulla “à” quando questa svolge la funzione di preposizione articolata “alla” (o anche "allo") denotando una chiara mancanza di consapevolezza morfologica anche in studenti di livello universitario.

venerdì 9 marzo 2012

errori articoli in studenti lusofoni (brasiliani)

Articoli
L'uso corretto degli articoli costituisce una grossa difficoltà per gli studenti lusofoni e deve essere oggetto di particolare attenzione da parte dell'insegnante.

Tra gli errori più comuni segnaliamo l'uso sovra-esteso dell'articolo maschile singolare “lo” (“*LO AMICO”, “*LO COMPAGNO”) ,allargato all'uso incorretto delle preposizioni articolate (“*DELLO AMICO” ) e degli aggettivi dimostrativi (“*QUELLO RAGAZZO”).

E, al contrario,
l'uso minimo di “gli” (reso spesso sia foneticamente che graficamente come “li”);
l'uso improprio di “un'” anche davanti a parole maschili singolari inizianti per vocale e l'incapacità ad usare gli articoli indeterminativi plurali soprattutto quando in funzione partitiva.

Comune, in modo impreciso e incostante, anche l'omissione dell'articolo quando sia corretto o possibile nel corrispondente enunciato in portoghese.

giovedì 8 marzo 2012

errori lessicali 3

Tra gli errori commessi da studenti brasiliani vi sono anche quelli suggeriti da personaggi televisivi ispirati ad immigranti italiani che usano espressioni italiane fuori luogo o storpiate. Le numerose puntate di queste telenovelas (circa 250) che godono di grande seguito riescono a fissare determinati errori che permangono durante anni.
Oltre al “certo” già citato, andrebbe aggiunto almeno “poverello” usato durante circa 200 puntate al posto del corretto “poveretto”.
Gli esempi sono però almeno una dozzina: “ecco”, “maledetto”, “quello signore”, ecc., concludendo con la banalizzazione di “caspita”.

Da notare, però, che l'insistenza su poche parole correttamente pronunciate ne permette l'assimilazione fonologica con una perfetta realizzazione delle geminate.
Negli ultimi anni le due parole più conosciute in tal senso sono state:
“maledetto” e
“babbo”.

mercoledì 7 marzo 2012

errori lessicali 2

Altri errori sono causati da verbi dal significato simile quali “viaggiare” corrispondente al portoghese viajar, ma con costruzione e significato culturale diversi.

In Brasile è comunissimo sentirsi rispondere, quando si chiede di qualcuno: “Viajou” letteralmente: “ha viaggiato”), per comunicare che la tal persona è andata da qualche parte (o non vuole ricevervi!).

Una frase del genere non ha senso in italiano, ma è usata spesso dagli studenti anche riferendosi a se stessi:
COSA HAI FATTO NEL FINE- SETTIMANA?” “*HO VIAGGIATO”
che, in realtà andrebbe tradotto con:

"Sono andato a..."

Numerosa la categoria dei calchi
(“*HO FATTO UNA CHIRURGIA” per “sono stato operato”) e dei
prestiti:
escola per “scuola”.

lunedì 5 marzo 2012

errori lessicali

Gli errori lessicali devono essere divisi in più categorie.
Abbiamo infatti “i falsi amici”, di cui abbiamo visto un esempio con “carino”, e cioè parole uguali, o quasi, nelle due lingue che hanno però significati diversi, primo fra tutti “squisito” che in portoghese (esquisito) significa “strano”, “anormale”.

Abbiamo poi, in secondo luogo, ma primo per frequenza e insistenza, “certo” usato anche
per “giusto” (“SI DICE COSÌ, *CERTO?”) e “sicuro” (“SEI *CERTO?”).

Comunissimo, dato il contesto, l'uso di “aula” [lezione in portoghese] per “lezione” (“C'È *AULA DOMANI?”).

Per somiglianza, anche semantica, è comune l'uso di “qualche” derivato dal portoghese qualquer [= qualsiasi] invece del corretto “qualsiasi”.

In epoca di coppa del mondo non possiamo tralasciare “*GIOCO” usato per “partita”: “HAI VISTO IL *GIOCO DEL BRASILE?

venerdì 2 marzo 2012

Errori paralinguistici

Gli errori paralinguistici sono essenzialmente legati agli errori di registro.
In particolare all'uso generalizzato del “tu” coniugato, però, alla 3a persona singolare del verbo.
Questo errore è però tipico del solo Rio Grande do Sul, visto che in altri stati del Brasile è comune l'uso del você assimilabile al “Lei” e,soprattutto coniugato alla terza persona singolare.

Vi è poi l'uso di epiteti affettivi in situazioni formali come, per esempio, “*CARINO” il cui significato non corrisponde però all'italiano “carino” ma sì ad una traduzione errata del portoghese querido [caro].

Da citare il “ciao” usato anch'esso in situazioni formali complice il portoghese tchau, usato come congedo anche in situazioni formali.

Va ricordato che causa sorpresa l'uso italiano di ciao come saluto d'arrivo, visto che il tchau è usato esclusivamente come congedo.

giovedì 1 marzo 2012

riduzioni fonologiche

A differenza del resto del Brasile, nel Rio Grande do Sul, la sostituzione di /o/ non
tonica con /u/ (in verità /ʊ/) è rara e praticamente limitata a “*multo” mediato dal portoghese muito.

Un'altra riduzione viene percepita nella produzione orale di parole che finiscono in “-l” (in pratica“il” e “qual”) specialmente ai primi livelli, realizzata come /iʊ/ davanti a consonante.
Questa realizzazione errata non ha però riscontro nella grafia esattamente perché così è anche in portoghese.